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Santa Maddalena di Canossa (1774-1835)

Fondatrice della famiglia Canossiana Figli e Figlie della Carità


Maddalena Gabriella dei Marchesi  di Canossa, nacque a Verona il 1 marzo 1774. Il nome della famiglia allora, non era così prestigioso come quello del Medioevo, strettamente legato alla fama della "Grande  Contessa Matilde". Tuttavia, sarà proprio Maddalena "La Marchesa dei Poveri",  a far fiorire con la sua santità il ramo veronese dei Canossa.

La sofferenza le fu fedele compagna durante tutto il suo percorso terreno: non le fu dato il benvenuto appena nata perchè la famiglia era in trepida attesa di un figlio maschio. A cinque anni rimase orfana del padre e due anni dopo la mamma andò sposa al March. Zenetti di Mantova. Se molto dolorose furono le risonanze di queste perdite al cuore di Maddalena, esse furono tuttavia di grande vantaggio alla sua vita spirituale.

In mancanza della mano tenera ed affettuosa di mamma Teresa, Maddalena strinse quella della Vergine Santa che non lasciò più durante tutto il percorso della sua vita.
La sua fu un'adolescenza sofferta. Una serie di malattie la condusse più volte agli estremi. Quando a quindici anni uscì da un tunnel di una malattia mortale, Maddalena avvertì più forte e dolce la spinta dello Spirito a percorrere una via nuova, quella dell'amore: lasciarsi amare da Gesù, il Crocifisso, appartenere a Lui solo, per essere disponibile totalmente ai fratelli afflitti da varie povertà.

Il suo confessore, un Padre Carmelitano, per due volte le consigliò di fare l'esperienza del Carmelo, ma, apparve chiaro: quella non era la sua strada. Aveva allora 18 anni e dovette trascorrere ancora molto tempo prima che arrivasse “l'ora di Dio”. Nondimeno, ella non poteva evadere dalla dura realtà e l'interrogativo per il suo futuro l'interpellava continuamente.

Circostanze particolari, dovute ad avvenimenti dolorosi ed alle tragiche situazioni storiche di fine Settecento, determinarono il suo ritorno al Palazzo Canossa, dove accettò di cambiare i doveri di aspirante religiosa in quelli di madre di famiglia. Nel contempo si occupò in varie attività caritative, sotto la direzione spirituale di don Luigi Libera e con l’aiuto di alcune collaboratrici. Il suo impegno apostolico era sostenuto da una forte carica di amore per Dio e per i fratelli bisognosi. Alla scuola della Vergine Santa, poi, aveva imparato e sperimentato che la fiducia in Lei ha il potere di sciogliere tutti i nodi della vita.

Mentre era in esilio con la famiglia a Venezia, fu proprio la Madonna che intervenne chiaramente a metter fine a quel periodo di lunghi dubbi e di vive incertezze circa la possibilità di futuri e possibili sviluppi di una vita religiosa non claustrale e dei suoi ministeri apostolici. Maddalena ebbe una visione o un sogno in cui la Madonna le fece comprendere che la sua opzione per i poveri doveva canalizzarsi nei tre  ambiti specifici:

* la scuola di carità per la promozione integrale della persona;

* la catechesi a tutte le categorie, privilegiando i lontani;

* l'assistenza rivolta soprattutto alle inferme degli Ospedali;

Tale visione spazzò via tutti i suoi dubbi e le sue incertezze  mentre il profilo dell'Istituzione  si proiettava netto e sicuro davanti a lei. Fu questo il motivo portante che indusse Maddalena  a riconoscere Maria SS.ma la vera e sola Fondatrice e Madre dell'Istituto.

Da allora, oltre che ad assolvere, con impegno e dedizione, i vari incarichi familiari cercando d'arricchire la sua vita spirituale, Maddalena cominciò a collegare quegli esercizi che corrispondevano ai tre rami, sopra descritti, della visione ispiratrice.

Frattanto, gli anni passavano. La sua vocazione non soltanto si era precisata, ma anche potenziata e l'esperienza era pronta a decollare con i migliori auspici. La situazione familiare però, le era di grave preoccupazione e Maddalena si sentiva schiantare il cuore al pensiero di lasciare i suoi cari che l'amavano e avevano  bisogno della sua assistenza. Ella cercava, in tutti i modi, di agire con molta avvedutezza per non causare rotture in famiglia. D’altra parte sentiva l’esigenza di dedicarsi ad una stabile e ben strutturata opera di carità. Questo progetto era suffragato anche da chi la dirigeva e da altre persone competenti ed attendibili.

L’Istituzione, ideata secondo le indicazioni della visione, prosperava vigorosamente. A parte le visite agli Ospedali che faceva insieme alla sua amica, la contessa Carolina Durini, Maddalena era aiutata da altre collaboratrici che assistevano ed istruivano delle fanciulle e ragazze bisognose di pane, d’istruzione e di affetto. Esse vivevano in una casa che Maddalena si era procurata in Via Regaste a Verona, in una contrada che era il covo di tutte le miserie. In breve tempo, l'ambiente stava diventando inadeguato per il numero delle ragazze che aumentavano di giorno in giorno.

Un autore scrisse di Maddalena: “Di suo ci metterà un piglio deciso nel condurre la vita nelle sue Case, una concezione forte dell'autorità e una insuperabile capacità organizzativa, una tenacia e, insieme un distacco da stratega nel guidare in porto le sue imprese”.

E Maddalena non si smentì mai. E' da sottolineare che, al di là delle sue disposizioni naturali, fu la sua fede adamantina che la sostenne nell’ardua impresa di venire in possesso dell’antico Convento dei SS. Giuseppe e Fidenzio, un tempo proprietà delle Suore Eremitane di S.Agostino, poi confiscato dalle leggi eversive di Giuseppe II.

Ed ecco che “L'ora di Dio” scoccò. Era la mattina dell'8 maggio 1808 quando in questo ex Convento si celebrò, per la prima volta dopo l'espulsione delle Monache Agostiniane, il Divin Sacrificio con semplicità, nel silenzio e nella comunione degli spiriti. Erano presenti con le fanciulle povere ed abbandonate le collaboratrici e Maddalena che, finalmente libera da ogni impegno familiare, aveva lasciato per sempre il palazzo per stabilirsi, quale Serva dei Poveri, nella nuova Casa di San Giuseppe.

Ella aveva ormai trentaquattro anni. Il cammino che aveva compiuto fin qui, aveva avuto una tonalità propedeutica in vista della missione che doveva svolgere. Di conseguenza, l’Opera cominciò presto a fiorire e a guadagnarsi la stima e la benevolenza dei Veronesi, ammirati per i visibili miglioramenti delle famiglie del Quartiere.

In pochi decenni vi fu una grande fioritura di fondazioni. Il seme della carità era così entrato nel cuore di Maddalena e delle sue compagne da produrre l’humus necessario per far germogliare nuova vita (cfr.Gv.12,24). Ormai l'Istituto aveva cominciato a bruciare le tappe ed operava sempre in sintonia con le direttive della Madonna.

Il 23 Dicembre 1828, ai piedi del Papa Leone XII, Maddalena otteneva l'approvazione delle Regole delle Figlie della Carità. Regole che non erano una raccolta di parole dottamente imparate, ma espressione della sua vita, intensamente meditate e proficuamente sperimentate in un lungo itinerario di fede.