Istituto Canossiano Postulazione

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S. Giuseppina Bakhita (1869-1947)

Sorella Universale

 

L’improvviso sbalzo dal caldo nido familiare all’agghiacciante tana schiavistica, fece sì che la bambina settenne non ricordasse più il suo nome. I rapitori perciò la chiamarono Bakhita, cioè fortunata. Ironia?

No, presagio!

Da allora la schiavetta cominciò a percorrere uno dei sentieri più travagliati e spregevoli alla dignità umana che durò 13 anni. Bakhita non aveva mai sentito parlare di Dio, ma ardeva dal desiderio di conoscere chi era il Padrone di tutte quelle bellezze naturali che la circondavano. Il Padrone non tardò a rivelarsi alla sua anima pura e semplice. Bakhita era consapevole di non contare nulla davanti agli uomini ed ora apprendeva che Dio, io Padrone dei padroni, l’amava! Ella volle dirgli il suo grazie con la santità della vita il cui programma sintetizzò in tre frasi:

a) Fare sempre la volontà di Dio (Ed xe el Paron)
b) agire secondo le esigenze evangeliche espresse nella S. Regola (come el vol el Paron)
c) “L’attende tibi” considerato in chiave austero/caritativa (nol xe affar mio)

Santa Giuseppina Bakhita, prega per noi!